Spesso le mamme
descrivono i loro bambini come irrequieti, vivacissimi, dispettosi, maneschi e
poco obbedienti, insomma, delle piccole pesti ingestibili, lasciando trasparire
la loro sensazione di impotenza e spesso di incapacità nell’educare un figlio.
I bambini fanno i capricci da sempre. I genitori di oggi però si dichiarano sempre più
spesso spiazzati e incapaci di fronteggiarli. Questa "nuova"
difficoltà non nasce dai bambini ma dal rapporto che i genitori hanno nei confronti
dell'autorità. Oggi i genitori tendono ad avere un atteggiamento amichevole con
i propri figli, il più possibile paritario. Mentre in passato era normale
comandare i bambini a bacchetta e punire i loro capricci, oggi si rischia di
cadere nell'eccesso opposto, quello di permettere tutto, tollerare capricci a
oltranza, o di dare infinite spiegazioni sul perché di un ordine. È importante
che un genitore manifesti nei confronti del figlio la propria autorevolezza in
modo fermo.
Non si può dire che un
bambino sia in sé ingestibile: talvolta serve un piccolo sforzo per aiutarlo a
cambiare i suoi atteggiamenti, con risvolti positivi sia sulla serenità del
bambino che per l’atmosfera familiare.
PERCHE’ I BAMBINI FANNO I CAPRICCI?
Quando i bambini fanno
i capricci l'unica cosa che si desidera è che smettano. Ma perchè i bambini
fanno i capricci?
Perché attraverso di
essi il bambino cerca sempre di dire qualcosa al proprio genitore, di
lanciargli un messaggio.
In alcuni casi è un
modo di richiamare l’attenzione, perchè magari si sente trascurato.
In molti casi è solo
il sonno, la stanchezza o l'arrivo della febbre che rende i bambini
insofferenti.
In altri casi è una
reazione a un sistema di divieti e di regole che percepisce eccessivo o
confuso.
Può essere il suo modo
di esprimere la competizione con un fratellino, piu' grande o piu' piccolo.
Può essere il modo di
manifestare il suo disagio per qualcosa che accade in famiglia.
Perfino un campanello
di allarme per qualcosa che il bambino subisce all'asilo o a scuola e di cui
ritiene i genitori responsabili perchè ce lo portano o che non sa dire in altro
modo.
E’ importante
affrontare con serenità e fermezza il pianto del vostro bambino: cercate di
capire se piange per un motivo giustificato. Se si lamenta per dolore, fame,
paura, rispondete subito alla richiesta; se piange perché desidera qualcosa,
potete decidere o meno di accontentarlo. Quando invece fa capricci, ignoratelo,
non dategliela vinta al momento dei capricci o dei pianti; spesso i bambini
fanno capricci per ottenere la vostra attenzione, per farvi cedere, per
cambiare le vostre decisioni, per riuscire a fare quello che vogliono; piangono
per farvi cambiare idea. Non cedete a questi ricatti!
SUGGERIMENTI UTILI PER GESTIRE I CAPRICCI DEI BAMBINI
Per gestire i capricci
dei bambini, innanzitutto bisognerebbe rivedere quelle che sono le aspettative
rispetto a come dovrebbe comportarsi il bambino e a ciò che è giusto aspettarsi
da lui.
Esigere,
ad esempio, che il bambino non faccia disordine mentre sta giocando, che non butti a terra le
briciole mentre mangia, che obbedisca immediatamente ad ogni ordine impartito,
significa avere aspettative che saranno sicuramente deluse portando le madri a
diventare esse stesse l’origine della loro frustrazione.
Ecco alcuni consigli per gestire al meglio i capricci dei piccoli:
LE REGOLE
Le regole e il
rispetto delle regole sono il miglior modo di accompagnare la crescita di un
bambino.
E’ importante
individuare alcune regole semplici e pretendere che siano rispettate, senza
mostrare segni di cedimento. No significa NO! il “no” detto una volta
non può diventare per magia un “sì” nel momento in cui ci si trova davanti a dei capricci, solo per
far in modo che il piccolo la smetta. Inoltre è importante essere coerenti con
le regole date e mantenere chiaro ciò che è permesso e ciò che è vietato.
Quello che è vietato non può diventare permesso a seconda dell'umore o della
stanchezza. E’ fondamentale mantenere un atteggiamento uniforme tra mamma e
papà. E’ sbagliato che la mamma vieti e il papà conceda, o viceversa.
I RIMPROVERI
Non è molto utile
urlare o aggredire il bambino nel momento in cui fa i capricci o compie
un’azione ritenuta non corretta, perché nel tempo questo atteggiamento perderà
valore ed efficacia. E’ più utile, invece, comunicare al bambino con un tono
calmo che il modo di comportarsi non è quello corretto, per poi suggerirgli
come migliorare, “come certamente è in grado di fare”. E’ fondamentale infatti
anche trasmettergli la nostra stima nei suoi confronti e nella possibilità che
lui “possa essere veramente bravo”.
IL RAPPORTO GENITORI-FIGLI
Non è saggio pensare
di stabilire con i propri figli un rapporto alla pari. Mettersi sullo stesso
piano di un bambino è una terribile trappola, che mette in difficoltà i
piccoli, perché si chiede loro di essere adulti anzi tempo. A 2 o 3 anni non
date spiegazioni e non parlate di regole, ma applicatele senza discuterle.
Non cercate un
rapporto alla pari col bambino finché non è maturo: se ha due anni non state a
parlare di regole: il piccolo non ne comprende il significato; applicatele e
basta. A 4-5 anni potete cominciare a parlare di disciplina al bambino, però
evitate di stabilire con lui le regole, perché gli manca il giudizio
necessario. Dall'età di 14-16 anni un adolescente può discutere di disciplina
coi genitori e insieme potrete stabilire regole e punizioni. Quanto più voi
genitori vi dimostrate democratici nei primi anni, tanto più rischiate di
viziare vostro figlio. In genere i piccoli non sanno gestire le regole, siete
voi come genitori che dovete invece stabilirle e farle rispettare.
NIENTE INDECISIONI
Una volta deciso di
dare un ordine o impartire una punizione mantenete una buona fermezza fino in
fondo, non tornate sui vostri passi e non cercate subito di consolarlo con
oggetti o attenzioni speciali. Un ordine sbagliato è meglio dell'incoerenza. Se
vi accorgete di aver ecceduto, avrete a disposizione altri momenti per essere
gentili, teneri e comprensivi.
L’ATTESA
E’ necessario insegnare
al bambino ad attendere. Aspettare serve al bambino ad accettare meglio la
frustrazione, ad imparare ad essere paziente. L'attesa non danneggia la
crescita psicologica del bambino, anzi serve a rafforzarla. Un modo per aiutare
il bambino a tollerare la frustrazione può essere quello di abituarlo ogni
tanto a cercare delle alternative rispetto alla cosa che vorrebbe, ad es. “non
puoi mangiare il dolce prima di cena, però dopo cena si”.
ESISTE IL CAPRICCIO
“ISTERICO”
A volte i capricci
degenerano e il bambino prende a urlare, a scalciare e si butta per terra come
impazzito. Specialmente quando questo avviene in luoghi pubblici, il genitore
entra in crisi, temendo più che altro il giudizio di chi gli sta attorno.
Aggiungere le vostre grida alle sue o magari strattonarlo per "farlo
ragionare" è del tutto controproducente. La tattica migliore in questo
caso è provare ad ignorarlo del tutto finchè capirà da solo che con il suo
atteggiamento non otterrà il risultato sperato e smetterà. Se non è possibile
ignorarlo cercate di contenerlo con un atteggiamento fermo, senza agitarvi,
portandolo in un luogo più tranquillo per aspettare che si tranquillizzi. La
mente del bambino non si ferma mai troppo a lungo su qualcosa e in breve tempo
si sarà dimenticato lui per primo dell'episodio.
Molto importante in
questi casi è non cedere alla tentazione che “va bene tutto purchè la smetta”.
Non bisogna cedere alla provocazione e iniziare anche noi a urlare e usare le
mani. Lo sculaccione, le punizioni fisiche, le umiliazioni con aggettivi o
giudizi che non hanno a che fare con l'accaduto, sono un modo violento di
umiliarlo sia sul piano fisico che emotivo e non portano nessun risultato nel
tempo.
E’ importante
ricordare che il rispetto delle regole è accettabile per un bambino in un
ambito di rispetto della sua persona. Se chiediamo rispetto per noi e per gli altri,
dobbiamo portarlo anche a lui, tutti i giorni.
COSA SUCCEDE SE SI LASCIA CHE IL BAMBINO FACCIA I CAPRICCI?
Se non si impostano delle
regole in modo costruttivo, il bambino viziato avrà dei problemi, specialmente
dall'epoca della scuola in poi: sarà poco accettato dagli altri coetanei,
perché troppo egocentrico e arrogante, sarà mal sopportato dagli insegnanti
perché troppo insistente e poco docile. Voi stessi come genitori avrete
difficoltà a volergli bene proprio per il suo comportamento. Alla lunga un
bambino viziato diventa infelice e anche nelle situazioni scolastiche non
raggiunge gli obiettivi didattici perché non motivato; inoltre, tende sempre
più a rifiutarsi dall'affrontare i problemi della vita di tutti i giorni.
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